Non solo il 25 novembre!

Per uscire dal circuito della violenza è necessario rendersi conto del problema, capirlo, e poi fare divulgazione, parlarne, prevedere ore di formazione obbligatorie a scuola che potrebbero salvare centinaia di persone ogni anno. Così facendo, si priva la violenza domestica (e non solo) del tabù che la circonda. Infatti, la paura del giudizio altrui e del conseguente stigma è spesso uno dei meccanismi che ancorano la donna al partner violento impedendole di lasciarlo.
Il numero antiviolenza e anti-stalking (1522) […] é gratuito attivo 24 ore su 24, 7 giorni su sette, nato nel 2006.
Le operatrici, professionalmente formate per gestire ogni tipo di emergenza, rispondono a richieste di aiuto in caso di:

– molestie

– stalking

– violenza fisica

– violenza psicologica

– violenza economica

– violenza domestica o avvenuta in luogo pubblico.

Offrono sostegno psicologico e giuridico, forniscono informazioni pratiche e consigli.
Inoltre possono, su richiesta, mettere la vittima in contatto con le forze dell’ordine e con un CAV (centri Anti-Violenza che si possono trovare sul territorio italiano), vige il principio di autodeterminazione: nessuna persona è obbligata a denunciare o attivare le forze dell’ordine o altri percorsi se non vuole farlo.
Il numero 1522 ha anche sviluppato un sistema di assistenza via chat dal sito ufficiale e app.
Sia il centralino che l’app sono disponibili in più lingue.

La lotta contro la violenza sulle Donne, ha una giornata internazionale, il 25 novembre, ma dev’essere attuata tutti i giorni.

Per questo articolo sono stati presi alcuni passi del libro “Maledetta Sfortuna. Vedere, riconoscere e rifiutare la violenza di genere” di Carlotta Vagnoli – Fabbri Editori – Rizzoli Libri.

#bastaviolenzasulledonne #stopfemminicidi

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